MaAlMamamndi - Per Quanto Tempo Ancora - Coccodrillo

Dal nostro fan anonimo*

Io sono il grande Pdor, figlio di Kmer della

tribù di Instar! Della terra desolata del

Sknir! Uno degli ultimi sette saggi!

Purvurur,

Garen, Pastararin, Giugiar, Taram,

Fusciusc e Tarin He!

Colui il quale può leggere nel presente, nel

passato e anche nel congiuntivo!…”

Pdor, figlio di Kmer

(Aldo, Giovanni e Giacomo)

Mi trovo a passeggiare tra le fogne a cielo aperto della città di Thiruvananthapuram, capitale del Kerala, alla ricerca di me stesso. Il mio sguardo cade su un autoctono che, col braccio alzato, cerca di attirare la mia attenzione.

Mi avvicino tendendogli la mano.

Mi è molto difficile spiegare il gelo che, nonostante i 99.9 Fahrenheit all’ombra, cala sulla scena quando scopro che il personaggio appena incontrato si guarda bene dal rispettare questa normale consuetudine sociale. Si tratta infatti dell’ormai noto santone Mahant Radheypuri Juna Akhara, un monaco indiano che dieci anni fa ha fatto una promessa, che consiste nel tenere ininterrottamente il braccio destro alzato sopra la testa in onore di una divinità indù.

Questo mi ha fatto riflettere. La scelta professionale di tenere il braccio destro alzato fino alla totale atrofia potrebbe sembrare una cagata pazzesca. Ma che diritto ho io di giudicare? I riti scaramantici si possono riscontrare in tutte le civiltà.

Ad esempio, è arcinoto che in Nigeria quando un uomo viene preso a randellate sullo scroto, per non rischiare l’impotenza dovrebbe impossessarsi dell’oggetto contundente, far partire un cronometro e colpire senza sosta l’aggressore per esattamente sette minuti.

Dopo sette ore al Pub, invece, ogni irlandese sostiene che una sedia a dondolo vuota sia un chiaro invito per gli spiriti maligni a sedersi. Se invece la sedia si muove da sola, significa che lo spettro l’ha già occupata. Qualora sia tutta la stanza a muoversi, è probabile che la serata debba considerarsi conclusa. Oíche mhaith!

Infine, nello Yemen le giovani donne in stato interessante possono sapere anticipatamente il sesso del nascituro. Il metodo è affidabile e semplicissimo: devono afferrare per la coda una vipera cornuta del deserto e lanciarla in aria. Se l’ofide cade sul ventre nascerà un bimbo, se cade sul dorso, una femminuccia. Nel caso in cui, mentre è in volo, esegue un salto carpiato indietro, mezzo rovesciato con sette salti mortali in avanti, è la vipera a essere incinta.

In fondo si tratta sempre di scongiurare l’avversità divina. E sempre a proposito di corna, farle per motivi scaramantici appartiene anche alla nostra cultura, così come farle anche per altri motivi.

Ma uscendo dal mondo del folklore, appoggiandomi alle certezze razionali della scienza mi sento di darvi un pratico consiglio, sprovveduti MaAlMamandi. Piuttosto che lasciarsi condizionare da sciocche superstizioni non è forse meglio evitare di tenere in casa quegli oggetti che lo stesso Heisenberg, spero, riteneva essere pericolosamente portatori di iella?

  1. orologi fermi
  2. specchi rotti
  3. sale versato
  4. maschera funeraria di Tutankhamon
  5. alligatore di 500 kg a digiuno
  6. ordigni inesplosi della II guerra mondiale
  7. sette gatti neri

Visti i tempi grami, per quanto tempo ancora il nostro amico comune Pasquale di Avellino si dovrà tenere infilato nello sfintere il cornetto di albastro acquistato a Volterra ormai più di sette anni fa?

*ne abbiamo solo uno e non sappiamo nemmeno chi è!

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