Il mio locale è in penombra. I barbagli della stufa accesa che fanno danzare le ombre sul viso dei tre MaAlMamandi. Il mio sguardo accigliato è rivolto verso l’ingresso. La porta, aprendosi, cigola ruotando con affanno strisciando sulle piastrelle consumate. Vorrei urlare “Cazzo!” ai quattro venti, ma soffoco l’imprecazione in un suono incomprensibile.
La folata di aria fredda accompagna la sagoma scura del personaggio che sta scendendo i pochi gradini d’ingresso del locale. Non ci si può sbagliare. E’ lui. Si siede al bancone. Mi ordina la solita IPA che non ho.
Gli servo l’unica birra alla spina che ho sempre servito da trent’anni nel mio pub letterario. Anche stasera dovrò sorbirmi il saccente soliloquio di Matt-U-Cyborg. Enigmatica figura ben conosciuta anche dagli altri tre fanfaroni che mi stanno chiamando per il terzo giro.
Questa scena, da quasi un anno a questa parte, la vivo ogni martedì.
Ricordo bene quando, l’estate dell’anno scorso, è bastato uno scambio scientifico-culturale coi tre ciondoloni perché la mente eclettica di Matt-U-Cyborg subisse uno spaventoso tracollo.
Quella sera, con gli occhi fuori dalle orbite, sconvolto dalla pochezza del confronto coi MaAlMamandi, è uscito salendo le scale del mio pub e ha continuato l’ascesa fino in cima al Nanga Parbat. Un viaggio senza sosta con l’unica eccezione in una ferramenta a Jalalabad per acquistare una scala pieghevole, un’anguria e La Settimana Enigmistica. Un percorso per recuperare la spinta necessaria a risalire la china.
Il martedì dopo era di nuovo qua. Stesso sgabello, stessa birra. La mia!
Aveva ripreso in parte autostima e consapevolezza. Era di nuovo pronto a rapportarsi col prossimo. Era iniziata la crescita.
Vederli confrontarsi oggi, è la palese conferma dell’effetto Dunning-Kruger: da una parte tre buffoni senza arte né parte, dall’altra il PhD, ricercatore scientifico al CERN di Ginevra. Loro orgogliosi della loro ignoranza, lui che acquista vieppiù l’audacia di sostenere le sue tesi.
Una situazione paradigmatica.
Penso a Brando, detto Panse, convinto sostenitore della “dieta del maschio”, ormai pronto a pestare chiunque osi mettere in discussione le sue teorie nutrizioniste, che si è fatto leggendo parte della prima pagina del De Alimentia di Pellegrino Artrosi.
Penso anche a Laide, alias la Nete, convinta sostenitrice dei motori ecologici, che si batte perché nell’orto di ognuno, fra un nespolo e un pero, cresca un bell’albero motore.
Penso poi a Ulrico Teogene, per tutti El Cjavòn. Il martedì e il venerdì è professore emerito alla Scuola Normale Superiore di Pisa, il lunedì e giovedì è docente di ruolo al Massachusetts Institute of Technology, il mercoledì coordina il suo bel laboratorio privato di ricerca a Osaka. Sabato è qui, davanti a me, a scolare assenzio e a minacciare il suicidio perché sa di non sapere.
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso. Il mio pub letterario è la metafora del mondo!
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MaAlMandatemi la posizione del Pub che vengo per una birra o per una IPA