Einstein by MaAlMamandi

Si sa che per Natale tutti vogliono essere più buoni. Così, anche noi MaAlMamandi non abbiamo potuto restare indifferenti alla richiesta di un nostro sodale, bisognoso di aiuto. Sarà ben capitato anche a voi di dover abbattere un pollaio abusivo costruito su un vecchio cimitero israelitico! Perciò come tirarsi indietro…

Grondando sudore, dopo un lungo lavoro di mazza e C-4, diradata la densa nube di polvere e, ahinoi, resici conto che i volatili non erano stati preventivamente evacuati, fra le macerie ancora fumanti scorgiamo un frigobar quantistico che attira immediatamente la nostra attenzione. Con la dovuta cautela ci avventiamo sull’oggetto spalancandolo.

Purtroppo, il nostro entusiasmo scema velocemente quando ci rendiamo conto che non contiene birra fresca ma solo un libercolo dalla copertina di cuoio a firma di un tal sconosciuto A. Einstein.

Scaricando in discarica un agglomerato fuso di calcinacci, laterizi e polli cotti, il libro cade a terra aprendosi. E’ un diario scritto a mano, in tedesco, lingua che leggiamo correntemente pur non capendola.

Ci spostiamo nella sede dei nostri uffici e iniziamo a scorrere il manoscritto.

Ecco la nostra traduzione di alcuni estratti, selezionati rigorosamente con metodo stocastico.

6 gennaio 1905 – niente da fare. Ennesimo rifiuto per una posizione di assistente. Il mio genio è ancora incompreso dagli accademici di Zurigo! Ma vincerò il Nobel e poi vedremo chi manderanno al mercato a comprare l’Emmental per i panini.

10 giugno 1905 – ricevuto nuovo fascicolo dei rendiconti dell’Accademia delle Scienze di Parigi. Poincaré ha risolto il mio problema: le trasformazioni di Lorentz conciliano l’elettrodinamica di Maxwell con la nuova meccanica che Poincaré andava annunciando da tempo. Per fortuna è solo un sommario. Lavorandoci sopra, in poco tempo posso inventare una interpretazione fisica.

16 giugno 1905 – di giorno all’ufficio brevetti a visionare stronzate. Di notte a sfancularmi per cercare l’idea e anticipare Poincaré… e Mileva che non me la dà (per il mio bene, dice lei).

20 giugno 1905 – finalmente ho capito come fare: ipotizzando che la velocità della luce nel vuoto sia costante, riesco a dedurre le trasformazioni di Lorentz. Devo lavorare rapidamente, però non so se scrivere anche che le trasformazioni fanno gruppo. Qui va a finire che mi scoprono. Ma devo battere Poincaré sul tempo.

20 giugno 1905 notte – L’ho detto a Mileva: ha detto che non me la dà.

30 giugno 1905 – articolo spedito! L’ho intitolato Zur Elektrodynamik bewegter Körper. Volevo dirlo a Mileva ma ho preferito andare direttamente a la Maison di Madame le Fleur.

Altro che Dagospia o WikiLeaks: questo materiale è una bomba!!! Non avremmo nemmeno lontanamente immaginato che la Maison di Madame Le Fleur avesse già aperto i battenti nel 1905.

1 aprile1911 come ho sempre sostenuto, non c’è niente di più rilassante e tranquillo della primavera di Praga. Finalmente mi hanno offerto una cattedra. Ho accettato.

1 aprile 1912ne ho piene le tasche di Praga e della sua primavera. Qui non si cava un ragno dal buco. Io l’intuizione l’ho avuta: in certe condizioni, l’accelerazione può essere paragonata ad un effetto gravitazionale. Ma come la esprimo matematicamente? Boh!

Chiedere aiuto al mio assistente Gustav? Probabilmente otterei di più rivolgendomi direttamente a un Golem. E poi qui, a Praga, la cosa più eccitante è stata a gennaio la VI Conferenza del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, con la partecipazione di quella gran sagoma di Grigorij Konstantinovič Ordžonikidze.

1 maggio 1912Finalmente me ne torno a Zurigo. Ho la cattedra! Di nuovo assieme al vecchio amico Marcel. Spero lui possa aiutarmi. Grazie alle sue competenze matematiche può darmi una mano a formalizzare la mia teoria. Qui sto impazzendo.

2 novembre 1913, tarda mattinataGiornata magnifica. Con Marcel le cose stanno andando a gonfie vele: mi sta introducendo alla geometria riemanniana e al calcolo differenziale assoluto. Fantastico. Invece di perder tempo a Praga avrei dovuto fare carte false per collaborare con un genio come Marcel.

2 novembre 1913, primo pomeriggioSecondo me Marcel si è bevuto il cervello. Insiste nell’idea che abbiamo trovato la formulazione corretta, ma il mio infallibile istinto di fisico mi suggerirebbe di prenderlo a pedate.

2 giugno 1915Hilbert mi ha invitato a Göttingen a tenere un seminario sul mio lavoro. Due cose mi hanno spinto ad accettare: il suo indiscutibile genio matematico e l’ottima Pils prodotta in loco.

21 giugno 1915Hilbert mi ha scritto che ha risolto il problema. In poche settimane è riuscito, grazie alla tecnica variazionale, ad ottenere un risultato che io e Marcel non siamo riusciti ad ottenere in dieci anni. Anche se in realtà Marcel la soluzione l’aveva trovata, ma il mio infallibile istinto di fisico mi suggerisce di non dirglielo. Ha appena preso il porto d’armi.

Invece di perder tempo a Zurigo avrei dovuto fare carte false per collaborare con un genio come Hilbert. Terrà un seminario per presentare i suoi risultati. Mi ha invitato. Mi sono dato malato e mi son fatto mandare la bozza (LOL).

8 marzo 1916Finalmente mi hanno pubblicato l’articolo. Sono riuscito a gabbare anche quel babbeo credulone di Hilbert. Ha pubblicato anche lui, ma chi lo caga? È Einstein, lui?

6 luglio 1936 – Ho spedito il mio nuovo articolo che sono sicuro rivoluzionerà la fisica mondiale Esistono le onde gravitazionali? No, non esistono.

23 dicembre 1936E’ passato a trovarmi il buon Robertson. Dopo una lunga chiacchierata ho rivisto il mio articolo precedente Esistono le onde gravitazionali? No, non esistono. Lo intitolerò Esistono le onde gravitazionali? Si, esistono.

Non sapremo mai chi è questo A.Einstein, che mestiere faceva, a parte il testimonial dell’Eurospin, certo è che, letto il suo diario, possiamo convintamente affermare che abbia fatto anche cose buone.

22 settembre 1954Il presente, il passato e il futuro continuano ad esistere, contemporaneamente. È l’inevitabile conseguenza delle mie teorie. Qualcuno sicuramente lo chiamerà Universo Blocco. Ma io sono io e loro sono relativi!”

Nota: senza perdersi d’animo, il nostro saggio amico Matt-U-Cyborg, nonostante la nostra nostra dabbenaggine, persevera nel dispensarci i suoi contributi sapienziali (e noi provvediamo a distruggerne regolarmente i significati, senza scrupoli).

Possiamo chiudere questo racconto senza ringrazialo doverosamente? No, non possiamo.

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6 Responses

  1. Questo tale. Questo…come si chiama…Enstenio, no, vabbè questo qui insomma. Ma alla fine, la Mileva gliel’ha data? Perchè altro di rilevante non vedo, nella sua vicenda umana.

    • In effetti deve trattarsi di una persona scialba, se si è ridotta a fare il testimonial per Eurospin… ma meglio non giudicare: tutti hanno diritto alla pagnotta quotidiana. Circa la generosità di Mileva, cercheremo meglio nel diario: in effetti il quesito è veramente interessante e la questione è ancora materia di accanite discussioni! 😅

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