Il Cinico, l’Infame, il Violento è un film poliziesco del 1977 di Umberto Lenzi, con Tomas Milian, Maurizio Merli e John Saxon, diventato negli anni un cult del cinema italiano degli anni settanta.
Ambientato in una feroce Milano devastata dalla criminalità, ha un impianto narrativo molto semplice: un feroce gangster, Luigi Maietto (Tomas Milian), evade dalla galera e vuole fare la pelle all’ex ispettore Leonardo Tanzi (Maurizio Merli) che lo aveva fatto condannare all’ergastolo.
Dopo avere ferito Tanzi, che si fa credere cadavere, il malavitoso si allea con un suo degno compare, il bieco boss Di Maggio (John Saxon). Ovviamente dopo alterne vicende il bene trionfa contro il male, e le due carogne finiscono molto (ma veramente molto) male.
Ennesima dimostrazione che per fare un bel film bastano storie semplici. Ma chissenefrega. Su questa pellicola si è già scritto e si sa tutto. O almeno così si pensava. Ovviamente sbagliando. Perché pare nuovi elementi siano emersi da approfondite ricerche d’archivio.
Il Cinico, l’Infame, Il Violento: scoperte le foto inedite dei ceffi originariamente scelti per interpretarlo
Pare che originariamente questo film dovesse essere un lavoro sperimentale a zero budget, un’opera che doveva fondere neorealismo, film d’azione, poliziesco e thriller. E sembra che a tale scopo fossero stati originariamente scritturati tre veri pendagli da forca, pluripregiudicati latitanti su cui gravavano mandati di cattura internazionali per crimini efferati.
Pare. Si mormora. Non si sa con certezza. L’unica cosa nota – pare – è il volto dei tre avanzi di galera che avrebbero dovuto essere i protagonisti della storia. Nulla si sa della loro vera identità, purtroppo, tutto quello che è rimasto sono tre squallide foto, che li riprende in una bettola di infimo livello di qualche malfamato bassofondo, perso nella storia più oscura del nostro disgraziato Paese.
Foto peraltro di pessima qualità, probabilmente scattate con mezzi modesti da qualche mentecatto, loro degno compagno di merende. Non sono noti al momento altri dettagli.
Non ci è dato sapere come questo progetto a zero budget, destinato a dare una pennellata neorealista al poliziesco italiano del tempo, facendo agire veri delinquenti matricolati davanti alla macchina da presa, si sia poi evoluto nel film tutto sommato convenzionale che tutti conosciamo.
Ma se questa storia ha un fondo di verità, e non abbiamo motivo di dubitarne, allora il titolo dell’opera non era una dichiarata citazione di Sergio Leone, ma la descrizione delle caratteristiche frenologiche dei tre scagnozzi.
Perché il progetto di film criminale a struttura neorealista non è stato realizzato? E che fine hanno fatto i tre ceffi? Non si sa.
Le ricerche continuano. Pare che lo stesso Matt-U-Cyborg ne sia coinvolto, impegnato nella messa a punto di un reattore a fusione tiepida per fare luce sull’enigma. E che per questo motivo sia sparito dalla circolazione, di fatto sepolto vivo da mesi in un misterioso centro di ricerca schermato sotto le falde acquifere di Polcenigo.
Pare, ma non è sicuro. Misteri si sommano a misteri.
Vi faremo senz’altro sapere. Forse.
2 Responses
Mamma mia..certo che trovarseli davanti all’improvviso, magari di notte .. dopo diventi protagonista sul famoso programma televisivo ‘Cui l’ha viodŭt’
Infatti, veri pendagli da forca! 😂😂😂