Noto artista scopre modo creativo di usare il test. Ora si trova in uno stato di sovrapposizione.
… dal capezzale del nostro fan anonimo*
Sono a letto. Sto delirando scosso dai brividi. Ho tosse, raffreddore e mal di gola. Ho anche vomitato.
Le gialle infermiere cinesi mi sorridono. Ma non è detto che qesto sia un buon segno.
Quello che mi preoccupa di più è che non mi trovo in un ospedale cinese. Allora dove sono? Lo chiedo alle rosse infermiere cherokee che mi sorridono.
Ma sto bene? Le verdi infermiere venusiane smettono di sorridere.
Forse non sono né sano né malato. E rimarrò in questo stato fino a quando non avrò il risultato del tampone.
Questa cosa mi fa riflettere.
La metto giù leggera: penso ai problemi sociali ed economici che determina essere in questa condizione d’incertezza e a coloro che non vogliono uscire da questa empasse.
Mi viene in mente un’anguria acquistata al supermercato, può essere sia edibile che altamente letale. Ma finché non la mangio non lo so, non posso saperlo e non lo devo nemmeno sapere.
E il tempo? E’ bello o brutto? Entrambe le cose, se non apro le imposte…
E quel mio amico è positivo? Dai sintomi si direbbe di si. Ma essendo un eclettico artista di Vaudeville ha trovato un modo creativo per tenere il piede in nessuna delle due staffe. Diversamente da chi non fa il tampone (codardo) o da chi lo fa e guarda il risultato (troppo facile), lui lo fa e lo tiene nascosto in un cassetto (buttando via la chiave).
Lui, può essere malato o no, a seconda delle esigenze. Oppure essere sano e accusarmi di avergli trasmesso una malattia che non ha.
*ne abbiamo solo uno, non sappiamo chi è e forse lo stiamo perdendo.
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